Dicono che il confine tra Spagna e Francia è come un mix di culture che si intrecciano. Si parla male spagnolo e francese in entrambi i lati, ma ci si capisce ad ogni modo. L’importante è poter ordinare del buon vino.
Arriviamo al confine, prima tappa Perpignan. È desolata e grigia ma riesco a trovare un bellissimo mercato al chiuso con tanti piccoli ristoranti tipici. Iniziamo a bere a mezzogiorno e degustare dei piatti tipici a base di patate e formaggio. Spendiamo troppo per quello che mangiamo ma va bene così. Non avevamo messo in conto una vacanza low cost in Francia. Al contrario.
Seconda tappa é Narbonne, un antico paesino medievale freddo e umido. Ci sono luci soffuse e angoli oscuri e sinistri. Non viene voglia di addentrarti ma l’hotel si trova proprio in uno di loro. Avrò toppato ancora con la scelta dell’hotel?! Poco dopo mi accorgo che risiedo in un antico convento in ristrutturazione, passato di proprietario in proprietario e con più di un centinaio di anni di storia. È un’opera darte e puoi salire fin su al campanile e ammirare una vista mozzafiato di Narbonne dall’alto. Non è l’Empire State Building ma é comunque emozionante. https://www.booking.com/hotel/fr/chambre-du-couvent.en-gb.html?aid=356980;label=gog235jc-1DCAsoTUISY2hhbWJyZS1kdS1jb3V2ZW50SDNYA2hxiAEBmAEJuAEHyAEM2AED6AEBiAIBqAIDuALozcLwBcACAQ;sid=ee72c78877ee23f9e18e3a8c8504dccd;dist=0&keep_landing=1&sb_price_type=total&type=total&

Andiamo di bar in bar a degustare vino e ammirare il paesino semi-deserto. Sembra che in giro ci siano solo turisti provenienti dalla Spagna come noi. Poi andiamo a fare l’ultimo bicchiere di vino rosé in uno dei quei tipici bar francesi, eleganti e con le pareti di vetro, in cui sei al sicuro dalla pioggia ma puoi comunque osservare il mondo all’esterno che cerca di sfuggire dagli schizzi delle macchine e saltella per evitare le pozzanghere. Sembra di essere in uno di quei film parigini in cui sei seduta al bar, sola, sorseggiando del vino e in un attimo arriva lo sconosciuto che ti cambia la vita. La tempesta fuori e la quiete all’interno.

Il giorno successivo ci dirigiamo a Carcassonne. Fuori miracolosamente c’è il sole. Ne approfittiamo per vedere un mercato enorme. Vorrei comprare un piumone per l’inverno a Barcellona, che qui è arrivato molto prima; non ho intenzione di trascinarmelo per tutta la città. “Sopravviverò con la trapuntina” mi dico. Ci aggiriamo per la città senza meta; poco dopo scorgiamo un altro mercato. Ne avranno approfittato per il sole?! La città si riempie di persone arrivate da ogni dove per distendersi sui prati e osservare l’imponente castello.

Quarta ed ultima tappa è Toulouse, il punto più alto del nostro viaggio dove troveremo un inverno inoltrato e pochi attimi di sole (foto in basso).

Toulouse è una città elegante e ricca. Lo stile architettonico che primeggia è decisamente rinascimentale e mi ricorda molto Milano. Ma non solo, infatti la città possiede uno splendido patrimonio artistico ricco di sublimi esempi architettonici che parte da grandiose chiese romaniche e gotiche fino a prestigiosi palazzi nobiliari rinascimentali. Tutti gli edifici del centro storico sono stati realizzati con il caratteristico mattone rosso-rosato che hanno conferito alla città l’appellativo di Ville Rose. Per me Tolouse significa particolarmente formaggio e vino. Lascio qui i miei consigli culinari:
Gouaille: https://www.lafourchette.com/restaurant-plus/la-gouaille/420617?cc=16767-0cd&gclid=EAIaIQobChMImYao-57q5gIVk-R3Ch2KQAV7EAAYASAAEgIKSvD_BwE. Un autentico fiore all’occhiello per un turista e una persona del posto. Non è il tipico ristorante francese elegante, bensì una osteria un po’ underground, dove il titolare parla un ottimo inglese ed è super gentile. Mi racconta “Odio quelli che ti chiedono soltanto se c’è posto per 2, non dicono mai buona sera, grazie, arrivederci”. È la tipica conversazione per lui, perché questo posto è sempre, letteralmente, pieno e la gente fa ore ed ore di fila pur di mangiare lì. Non è caro e si mangia da Dio, l’ambiente è festoso e tutti chiaccherano felici. Ordiniamo una cassoulet sublime e un camembert con patate e pancetta indimenticabili, accompagnati da zuppe saporite e speziate. Da rifare!

Les Fondues de la Daurade: https://www.tripadvisor.com/Restaurant_Review-g187175-d1057619-Reviews-Les_Fondues_de_la_Daurade-Toulouse_Haute_Garonne_Occitanie.html. Foundue e raclette fantastiche e prezzi buoni. Servizio non all’altezza del cibo, ma quando piove e fa freddo sarà un posto perfetto per riscaldarvi.

Il mio amico expat lo conosco a la Gouaille ed è un musicista. Parla solo francese ed io mi difendo mischiando inglese e spagnolo. Non abbiamo una lingua in comune, ma è come se ci capissimo. Si descrive come un nomade, infatti ha vissuto in vari posti vivendo principalmente di musica di strada. Mi chiede di me, dove vivo e di cosa mi occupo. Che mondi opposti i nostri, penso, eppure ci ritroviamo qui in questo ristorante francese sotto una leggera pioggia d’inverno. Dice che ha voluto poche cose materiali dalla vita, gli è bastata la sua musica per essere felice. Mi lascia il suo biglietto da visita di prof di chitarra e se ne va canticchiando e fumando una sigaretta ormai spenta dalla pioggia.
Non lo rivedrò mai più, penso, ma anche oggi la vita mi ha regalato una lezione.

È ora di tornare a casa.
Au revoir.
C.
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