Altro viaggio, altra corsa. Scrivo con troppo ritardo di un viaggio bellissimo che avrei voluto fosse molto più lungo.
Marzo 2023. Il mio compagno di viaggio é nuovamente mio cugino A. ma questa volta abbiamo l’onore di avere con noi Larbi, un amico dei miei cugini nativo di Casablanca. Arrivo in aereporto ed Alessandro é già vittima di problemi intestinali dato che il suo viaggio era cominciato a Fez, posto che non visiterò in questa occasione. Ci sono 40 gradi all’ombra ed Alessandro ha freddo.
Soggiorno presso Hotel Central Palace, molto centrale nella via di Moulay Rachid. Tipico hotel marocchino, ci fa sentire catapultati nella società locale.
Larbi é così gentile che ci guida dappartetutto, sembra un pò una guardia del corpo ma é segno di ospitalità locale. Mentre Alessandro si riprende dai suoi malanni, Larbi ed io una volta depositati i bagagli, ci addentriamo per le vie di Marrakech. La Piazza Jemaa el fna é un mix di odori, rumori, animali e venditori insistenti. In un attimo mi ritrovo con una scimma sulle spalle ed una sul capo. Larbi mi fa un foto in quel momento di imbarazzo mentre io prego solo che mi tolgano quell’animale sporco dai capelli. Oltretutto odio la spettacolarizzazione degli animali indifesi, che per ore ed ore vengono rinchiusi in piccole celle fin quando il ricco turista tira fuori i bigliettoni per farsi le foto. Non gradisco affatto l’insistenza locale nel lanciarmi addosso animali di tutti i tipi ma al contempo mi rendo conto che é parte della diversità locale, che devo comprendere ma certamente non farmi piacere. Larbi se la ride como un matto, mentre io estraggo salviettine profumate per disinfettarmi. Alla fine non ride più, quando il tizio con fare duro gli chiede 20 euro per la foto. Si scambiano qualche parola a muso duro e alla fine Larbi paga 2 euro per lo scherzo.
I bazar di Marrakech sono affascinanti, così pieni di oggestistica da poterti perdere per giorni, oltre che essere veri e propri labirinti. I commercianti ci vedono passare e tentano di vederci souvenir per 3-4 volte il loro valore.Allora Larbi mi ordina di non parlare per confondermi tra la gente locale ma i miei vestiti sono troppo europei e vengo scoperta immediatamente. Allora la strategia cambia. Io mi allontano da Larbi facendo finta di appartenere a gruppi diversi e lui negozia astutamente il prezzo ad un valore che lui considera corretto, mentre io guardo altre bancarelle. Alla fine porto via una lampada di Aladino formato mini, che da questo viaggio é compagna della televisione sul mobile del salone di casa mia a Barcellona.
La città é piena di localini e angoli stupenti, ma al contempo gli angoli sono occupati da donne distese per terra e accerchiate da bambini in fasce per cui chiedono un pò di compassione. Mi assale una sensazione orribile di chi negozia pochi spiccioli per una lampadina mentre loro nemmeno si reggono in piedi. Quella dualità di Marocco la rivedo nel mio viaggio ad Istanbul, dove i bambini e le donne fanno vita da strada. Mi ferisce profondamente,mentre Larbi mi dice che é abituato e che ormai é tutta una mafia e che quindi qualora donassi loro dei soldi, finirebbe in tasca a qualcuno di più potente, più usurpatore. Bhè come la legge del più forte che rende sua vittima il più debole, tipica di ogni paese del resto. Scaccio via i brutti pensieri quando Larbi mi propone un posto tipico per pranzo. Non ricordo il nome del locale ma ci ritroviamo a mangiare carne squisita sulla terraza di un edificio. Osservo la viste di tutte le cupole, i tetti scapestrati di molti edifici e la terra delle strade sollevata dal vento. Respiro e mi godo quell’aria così diversa. Quell’odore di paprika nell’aria. La mia prima volta in Africa del nord. Mi spoglio dei pregiudizi inculcati dai media e li getto dove non posso più ritrovarli. Mi dico – “Alla fine é per questo che viaggi, e per viste mozzafiato come queste!”.
La sera recuperiamo mio cugino supersiste di un virus che saggiamente la sera, appena ripreso, decide di imbottirsi di dolci visto il calo di glucosio subito. L ’indomani scoprirá non essere stata una buona idea. Passeggiamo con Larbi e Rachid, un suo amico alto e magro, che ci racconta di essere in partenza per l’America per continuare il suo Phd. Sarà presto un expatriato come me. Chissà come si sentirà a calpestare quella strade statunitensi piena di corsie ben dettagliate dopo aver girato per le strade senza segnaletica del Marocco ricoperte da patine di polvere rossa. La serata prende un giro improvviso ed i 3 iniziano a giocare a calcio nella piazza principale con i bambini del luogo. Da lì a poco verrà annunciato l’inizio del Ramadan e per me l’inizio di una mancata comprensione su come vivere senza mangiare.
Al mattino seguente Larbi ci annuncia di non aver dormito e di essere stato in giro con Rachid per il Ramadan. Tutti i riti funzionali per la vita di qualsiasi essere umano cambiano durante il Ramadan. Larbi mi dice “ Chiara devi capire che non é uno sforzo per noi, é devozione. É una forma di ripulirci l’anima da ogni peccato e lo facciamo per la nostra redenzione. Poi alle 20 mangiamo un menú specifico per il Ramadan molto proteico che ti mostrerò. Durante il giorno siamo autorizzati a non fare nulla di nulla, ma la notte é fatta per rifocillarsi”.

Quella mattina, le nostre guide locali decidono di farci conoscere le zone limitrofe al centro, come i giardini Menara e il Palazzo El Badii, cascate di Ouzoud, valle di Imlil dove abbiamo mangiato lungo un fiume, ovviamente solo A. ed io. Carne di pollo tenerissima con verdure cotte dentro il tajine. É stato arduo trovare un cuoco disponibile visto che durante il Ramadan le persone riposano di giorno e sono autorizzate a non lavorare. Molti posti erano vuoti, come se il tempo si fosse fermato, perché tutti erano a riposo dopo la nottata con famiglia ed amici. Le nostre care guide erano davvero in forma e riuscivano a resistere al caldo senza bere nemmeno un sorso d’acqua. Una grande prova di forza di volontà e nervi saldi. Per fortuna per loro la nostra permanenza era di soli 5 giorni, altrimenti suppongo che avrebbero faticato a mantenere il ritmo più a lungo.
Ho dei bellissimi ricordi di questa vacanza ed i luoghi visitati. Viaggiare con gente del luogo ti fa vivere delle esperienze molto più autentiche ed uniche ma spesso deleghi la programmazzione delle tappe per poi non ricordarti nemmeno i nomi dei posti visitati. É una forma di viaggio che amo per godersi a pieno l’esperienza. Una mattina i ragazzi mi viziano portandomi al bazar per comprare turbanti per andare nel deserto. Me ne comprano di diversi colori e mi mostrano come indossarli. Mi ritrovo con tantissimo peso addoso ma fresca e protetta dai raggi del sole. Ci propongono di andare nel deserto ma sono le 12:00, é tardi e loro sono in Ramadan. Li supplico di non disturbarsi troppo poiché ciò che per noi é divertimento per loro sarebbe quasi un suicidio, come non bere con 45 gradi nel deserto. Allora li convinco a fare un’escursione in cammello ed il mio caro amico Larbi dalle mille risorse sa dove portarci senza inccappare in “cose per turisti”. Così Ale ed io ci ritroviamo trasportati su un cammello puzzolente ma l’esperienza é divertente. Cammiamo tra le montagne e le nostre guide ridono di noi, mentre tranquillizano i cammelli. Un ragazzino di appena 10 anni ci riempi di foto, di cui molte scopriamo essere selfies e foto sfocate, ma lo ringraziamo comunque per lo sforzo “shkran lak” gli dico “Grazie”. Larbi prova ad insegnarmi altre parole, ma le mie capacità in arabo di memorizzazione dei suoni sono pessime e senza troppo successo porto a casa: grazie, arriverci e no. Il giusto per sopravvivere o per liberarsi dei venditori insistenti, che poi vendono tutti le stesse cose solo a prezzi diversi.
Il menù Ramadan alle 20:00 é spettacolare. Ricco di proteine, stento a credere che riusciranno a mangiarlo tutto, mentre Ale ed io mangiamo cous cours di carne spettacolare,assolutamente il migliore mai mangiato, in questo bellissimo ristorante con terraza e la vista sulla piazza Jeema el fna, Restaurant Le Gran Bazar. Per una volta non sono la responsabile di cercare ristoranti e bar, super Larbi pensa a tutto. Ma tornando al menù Ramadan, presenta:
1. Datteri
Tradizionalmente, il digiuno del Ramadan viene chiuso con i datteri. Questo frutto intensamente dolce è ricco di fibre, così come di potassio, magnesio e vitamina B-6. I datteri possono essere serviti al naturale, ripieni di noci o anche arrotolati con il cocco.
2. Shorba
La shorba è una zuppa di lenticchie molto popolare in Medio Oriente. Conosciuta anche come zuppa di lenticchie araba, questo nutriente mix di verdure e proteine è un modo gustoso per facilitare lo stomaco alla rottura del digiuno del Ramadan prima di mangiare piatti più sostanziosi.
3. Kibbe
Presenti su molte tavole mediorientali durante il mese di Ramadan (,a anche durante tutto l’anno), i kibbe sono piccoli gnocchi fritti ripieni di carne. L’impasto è fatto di grano bulgur, che ha una piacevole consistenza gommosa perfetta per la frittura.
4. Keema Samosa
I keema samosa sono molto popolari in India come piatto per l’iftar. Queste frittelle sono ripiene di carne di montone tritata e contengono una miscela aromatica di spezie tra cui garam masala, zenzero, peperoncino e menta.
5. Bolani afgano
Questo pane piatto ripieno tipico dell’Afghanistan è simile al paratha indiano. Di solito è ripieno di patate, cipolle ed erbe e può essere cotto al forno o fritto.
6. Haleem
Questo stufato casalingo è diventato uno dei preferiti dell’iftar grazie alla sua miscela nutriente di carne di montone cotta lentamente con grano speziato, spezie e lenticchie.
7. Ful Medammes
Ai tavoli del Ramadan in tutto il Nord Africa e il Medio Oriente, troverete spesso questa purea di fave conosciuta come Ful Medammes. La sua consistenza è simile a quella dell’hummus e viene insaporita con aglio, olio d’oliva e tahina.
8. Fattoush
La parte nutriente è molto importante del Ramadan e le verdure fresche in questa popolare insalata libanese lo sono, mentre il pane pita croccante aggiunge un tocco gustoso.
9. Insalata di frutta fresca
Idratante, dolce e soddisfacente, la frutta fresca è un must su ogni tavola del Ramadan. La frutta fresca può essere gustata durante il pasto mattutino del suhoor o l’iftar serale.
10. Kunafa (Kunafeh)
Si tratta di una deliziosa torta fatta con pasta fillo, È irresistibilmente croccante e può essere farcita con formaggio, noci o crema. È molto popolare in Giordania e nei paesi vicini del Medio Oriente.
11. Baklava
Questo dolce mediterraneo con strati di noci, miele e pasta fillo si gusta solitamente l’ultimo giorno di Ramadan, una celebrazione conosciuta come Eid al-Fitr.
12. Kolak
Questo dolce e gustoso dessert è popolare in Indonesia per chiudere il digiuno del Ramadan. È fatto con una combinazione di zucchero di palma, latte di cocco e la foglia di un albero tropicale conosciuto come pandanus. A volte può includere altri ingredienti dolci come banane o patate dolci.
13. Kheer
Questo umile budino di riso indiano è arricchito di cardamomo e riceve un trattamento regale durante il Ramadan con una spruzzata di acqua di rose.
ri, acqua di rose, melassa d’uva e servita con pinoli.
14. Tamer Hindi
Questo succo agrodolce è fatto con polpa di tamarindo (che è piacevolmente aspro), zucchero e acqua. Viene spesso condito con una fetta di lime e servito con molto ghiaccio.
Se tornerei in Marocco? Assolutamente SI. C’è tantissimo da vedere, sia nella stessa zona che in altre città. Forse però eviterei il Ramadan e farei assoltamente una notte nel deserto. Inoltre continuerei a bere the verde come non ci fosse un domani e per mia sorpresa ho scoperto che SI, si può vivere senza birra e vino 🙂
Marocco salām aleikum!











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