
Dopo anni provandoci e riprovandoci, eccoci qua. Ce l’ho fatta! Sono a Sevilla e si, mi sono innamorata!
Sono qui con la mia compagna di avventure pazze Z., lei ha studiato qui 4 anni, dunque ho una guida tutta per me. Niente di meglio che girare con una gaditana per Sevilla. Parlano in modo estremamente diverso, ma in realtà sono vicini di casa.
Che dire, la nostra vacanza inizia con del cibo! Dopo un viaggio un pò turbolento e un tassista un pò confuso che ci offre un tour inaspettato della città – in realtà si era perso -, arriviamo in una piazzetta semplice, che peró Z. definisce “La culla della movida notturna della Sevilla hipsteriana”. Tradotto: la gente si siede a terra in cerchi, fuma, beve e suonano strumenti. “Ero ardua frequentatrice di questo posto”. Z. ha appena ammesso di essere hipster. L’adoro. È la prima vacanza che facciamo insieme e sono certa di essere in buone mani. Ha già prenotato un free tour per il giorno dopo.
Il primo giorno é all’insegna dell’esplorazione senza mappa né google map; vogliamo perderci tra i le viuzze e gli alberi di arance. C’è uncaldo afoso e solo vorremmo bere della birra fresca ad ogni angolo della strada. Z. mi guida e mi racconta di pezzi della sua vita di cui io non facevo ancora parte. Mi racconta dei suoi sabato sera, i ristoranti in cui cenava, la leggenda della casa del fantasma, dove si rintanano i Sevillani quando il caldo é insopportabile (El Corte Ingles (rido!)) e mi racconta della Fira d’Aprile, tipica ricorrenza a Sevilla. Mi fa notare come i Sevillani si vestano con stile da spochiossi dei Parioli. Tipico outfit é una polo, pantaloni beige e mocassino. Rido quando becco branchi di teenager tutti vestiti uguali pronti. Non riesco a nascondere un velo di giudizio. Mi sembrano terribili.
Anche qui, come a Granada, la storia di popoli diversi si intreccia l’uno con l’altro e l’Alcazar é uno spettacolo per la mia vista, così come la cattedrale e il palazzo di Plaza de España.
Una delle cose che trovo in comune con Granada é che tutti mi parlano. Al’improvviso. Spesso penso di poter prendere un colpo al cuore. Ma la protagonista di questa storia non é nessuno/a sconosciuto/a, no, la protagonista é colei che mi ha portata qui a Sevilla e ha reso realtà questo piccolo grande desiderio che ho sempre avuto di scoprire Sevilla, Z. la mia guida adalusa di Cadiz.
Compagna di lavoro, nonché di viaggi, festival, cene imbarazzanti, ubriacate altrettanto ridicole e colei che ha accolto questa italiana expat nel suo cuore per davvero. Colei che é diventata perno della mia vita spagnola, colei che mi insegna tutte le espressioni più bizzarre in spagnolo tipo “Eres mas pesada que unq vaca en brazos”, colei che c’è quando “Aiutami a fare il trasloco ti prego!”, colei che c’è quando” Mi hanno regalato un jamon serrano da 3 kg, se mi aiuti a portarlo a casa, giuro che ti regalo la metà”. Z. é la mia casa, é il prossimo che cercavo tra una miriade di nuovi sconosciuti. Ed é la chica mas espabillada che conosco. Così diversa da me, così complementare a me. In viaggio con lei non ci si annoia mai. Sopratutto quando vuol dar sfogo alle sue doti da bevitrice di CruzCampo. “La cerveza adalusa es la mejor del mundo mundial” ripete orgogliosa. Alla fine del viaggio si prenderá una mini intossicazione da troppo cibo e birra, ma per una temeraria come lei questo é solo “una chorrada, puedo seguir”. E fu così che continuò imbottita di pillole per la digestione per non smettere di ingozzarci. Del resto non si lascia mai un compagno solo in una missione. La nostra era provare più cibo andaluso possibile in soli 4 giorni. MISSION COMPLETE 😉

Il giorno del free tour sono l’unica italiana in mezzo ad un gruppo di spagnoli e colombiani. La nostra guida si chiama Alfredo ed é un Sevillano insolito, non indossa i moccasini ! Z. non perde tempo a familirizzare con un suo simile 🙂 in realtà si sente molto Sevillana e continua a ripetere che é la città più bella della Spagna e che le piacerebbe tornare a vivere qua. E come darle torto! Tuttavia, continuiamo a fantasticare su come i Sevillani scappino dal caldo atroce e soffocante di Agosto. Ipotizziamo l’esistenza di piscine in cui Z. nega di essere mai stata, ma l’ipotesi più plausibile rimane che ricchi e raffinati come si presentano i Sevillani, avranno case sparse per il mondo. Bhé perchè girarci intorno, la società Sevillana é una società ricca e sfarzosa, peina di tradizioni per benestanti e sono grandi fan della moda italiana. Sembra di essere a Roma quando mi aggiro per le vie colorate, dove le persone sono tiratisse, messe a lustro con 40 gradi sotto il sole. Ci chiediamo come facciamo ad essere così “freschi”, mentre noi ci fermiamo ad ogni gelateria a ordinare gelati a cono, a coppetta, granite e succhi per poter sopravvivere. Merita di essere sottolineata la quantità ESAGERATA di gelaterie ad ogni angolo della città. Forse i Sevillani fanno come noi, si imbottiscono di cose fresche, ma solo noi sembriamo le “gorde” che osano ad andare in giro con il gelato, invece di accomodarci elegantemente sulle rive del fiume Guadalquivir.
Quello a Sevilla si puó considerare un vero e proprio full-immersion nella cucina tipica e nella cultura. Dopo un “mi arma”, un “aro amigo” e vari digestivi, siamo tornate a casa con almeno 2Kg e con un’immensa voglia di tornare a Sevilla, ma sta volta in primavera por favor!
Sevilla tu que me robaste el corazon <3
C.
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