Ho vissuto esperienze contrastanti negli ultimi mesi: da sud a nord, dal caldo alla pioggia, dal mare alla montagna e la expat che c’è in me accoglie sempre un pò di più, dentro di sé, questa terra spagnola che adesso é casa mia. Girovago, su e giù per queste terre inesplorate e la verità é che mi innamoro perdutamente di tutte. Così immensamente diverse, ma ognuna con il suo proprio incanto. Pais Vasco e Asturias mi accolgono così, ricche di verde e di montagne. Prima tappa é San Sebastian.


San Sebastian é una città nata su un meraviglioso golfo. Le case sono ville lussuose e la città rievoca sfarzo e grandi capitali. É piena di famiglie ben vestite che si dirigono a mangiare i delizioni pinchos vascos e bere del vino, mentre la brezza del mare gli arruffa i capelli. È tutto così sereno, c’è pace ed il tramonto é uno spettacolo per gli occhi. Mi é mancato tanto vedere un tramonto sul mare.
Posso assicurare i pinchos sono magnifici e che sono enormi. La tentazione é entrare e prenderli a quantità, ma poco a poco riempono e finarai per cederli ai tuoi compagni di tavolo. Esperienza raccomandatissima, in qualsiasi pinchos bar.
Purtroppo, il nostro tour ha una tabella di marcia con tempistiche particolarmente ristrette e siamo qui solo di passaggio. Ma San Sebastian merita assolutamente un intero weekend. Ad ogni modo é da ripetere e provare tutta la varietà di pinchos giganti. Giuro che ho fatto il possibile in 24 ore lì. 🙂
Next stop é Llanes: splendido paesino vasco. Anche qui, un caffé, un paio di foto e si scappa, ma ne vale la pena fermarsi. Sono spettacoli davvero diversi da ciò a cui sono abituata.
Altra breve tappa é Llastres, grazioso paesino costruito sui pendii di una montagna, dunque é tutto particolarmente ripido. Ottimo per mangiare del buon pesce (non é del tutto economico).
La nostra succesiva tappa più lunga é Asturias, in particolare Ribadesella, Colunga, Lagos de Canga De Onís. La nostra stanza é in una baita di montagna e ogni mattina mi sveglio con il suono delle campane delle pecore. É davvero tutto così pittoresco, come fosse dipinto in un quadro. Lascio che sia la fotografia ad illustare di cosa parlo.
I laghi di Canga d’Onìs mettono a dura prova il mio stato di forma (pessimo ultimamente)! Si sale su con un bus, per poi passeggiare tra i laghi e le montagne. Il paesaggio é mozzafiato, non ho mai passeggiato tra le montagne come Aidi, ma oggi mi sento come lei. Girovago come se avessi passato tutta la vita vita lì. Vorrei perdermi per ore tra quel verde, quelle curve sontuose, nuotare in quelle acque sconosciute e dar da mangiare alle mucche. Scorgo all’orizzonte una distesa di montagne che chissà dove finiscano. È la prima volta per me lì. Non so bene che direzione sto guardando, se dirigo il mio sguardo verso sud o verso nord, eppure é questa la sensazione: perdersi in uno spazio nuovo, libero.
Dopo due giorni trascorsi tra montagne e pecore, partiamo alla volta della città: Gijon, la città più grigia vista fin qui in Spagna. Onestamente non mi sembra nulla di che e piove a dirotto, senza sosta. C’è un bel golfo però, ma il mare non é davvero nulla di che. Ne approfittiamo per ripararci in una bel bar tipico a bere. Ci raggiunge il mio amico expat di questa puntata: S. Lui é asturiano di Gijon, ma é stato expat come me quando vivevamo a Brighton, Inghilterra, 4 anni fa. Ed eccoci qua, tanti anni dopo a bere della cidra tipica nella sua città d’origine. Chi doveva dirlo?! In realtà in questi anni ci siamo visti quasi una volta all’anno per diverse ragioni. Oggi meeting point: casa sua. Ci perdiamo in fiumi di parole e cidra e S. mi racconta come é riuscito a tornare a casa. Ha lasciato la dimensione expat dopo 3 anni di girovagare. Adesso lavora lì come ingeniere meccanico! Ha riavvolto la pellicola “..ma viggiare mi manca, non sapere che ne sarà dei miei giorni é una sensazione ormai a me estranea. Oggi giorno si ripete, in loop, come se non ci fossero più colpi di scena”.
Rimango colpita dalle sue parole, pensavo che sistemarsi e affermarsi nella sua città era ciò che voleva. “Lo pensavo anche io”, dice, “ma forse é successo troppo spesso. A volte casa mi sta stretta”. È forte pensare che per anni provi ardentemente a raggiungere quell’obbiettivo e poi quando é raggiunto pensi ” forse avevo altre direzioni da prendere prima di tornare alle origini”. E allora sento dentro di me che non commetterò quell’errore, che quando tornerò a casa, sarò felice di averlo fatto. “È vero, si sono chiuse le porte di un capitolo, ma possono sempre riaprirsi. Se va via per un’altra avventura, devi solo scegliere la destinazione. Se decidi di rimanere va bene così, puoi viaggiare un sacco per rompere la monotonia. C’è sempre una via” e mi sento davvero saggia quando dico quelle parole. Lui sorride e brindiamo a noi che dopo 4 anni siamo ancora così, pieni di vita e di sogni.
Salutiamo Gijon senza guardarci più indietro, senza pensare alle cose non fatte, alle cose non viste, a ciò che la pioggia ci ha impedito di fare. Non ci sono rimpianti, c’è solo un amico lasciato indietro che cerca di capire sé stesso. Ci dirigiamo ad Oviedo e tutto il resto scompare aldilà delle montagne.
Anche Oviedo é piovosa ma c’è un non so che di storico e romantico tra le vie della città. Variano i colori, le forme dei palazzi e quella chiesa in stile gotico é la fine del mondo. Ci intratteniamo girando per la città e per il grande parco e ci prepariamo psicologicamente per affrontare l’ultima cena asturiana: cachopo e patate!

Fonte: https://lamanzanasidreria.com/.
L’ultima tappa del nostro tour on the road di ritorno é Burgos. Lasciamo Asturias con la voglia di ritornare e mangiare quintali di cachopos 🙂
Burgos é piccolina ma il centro é davvero vivo e molto grazioso. Putroppo, la vediamo di fretta, sotto il sole cocente e anche qui, un’altra grande chiesa gotica aspetta di essere fotografata. Fa caldo ed é davvero duro passeggiare. Non rimane che ordinare della birra, qualche tapas e tornare a casa.
Ranking finale dei miei posti preferiti:
- Lagos de Canga d’Onís
- San Sebastian
- Oviedo
- Burgos
- Llanes
- Ribasella
- Gijon
Il viagguo e’ stato particolarmente intenso. Abbiamo visto tanti posti meravigliosi, ma i ricordi di questo tour si possono racchiudere in due parole: cidra e montagne. Così ci siamo portate una scorta di cidra a Barcellona da bere in cima a Montjuic, because why not.
C.
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